Per molti è l’on the road per antonomasia, un sogno da realizzare una volta nella vita. C’è chi la chiama genericamente “West Coast”, chi parla di parchi del sud-ovest o in genere di Stati Uniti sudoccidentali. Comunque lo vogliate chiamare, è un grande classico: migliaia di chilometri tra grandi città ed ancor più grandi parchi nazionali, deserti e paesaggi sconfinati.
Ci è voluto un mese di lavoro per scrivere questo post e renderlo il più dettagliato possibile, ma mi auguro potrà poi tornare utile al pari di altri itinerari a tanti viaggiatori che come me hanno sognato a lungo questi panorami. Ecco quindi le tappe e tutte le informazioni per organizzare un on the road nella Costa Ovest americana.
Aggiornato ad agosto 2024.
- Date: 21 agosto-7 settembre 2019
- Voli: Air Canada Venezia-San Francisco + Austrian Airlines Los Angeles-Venezia, costo a/r 435€ a testa prenotando a gennaio 2019.
- Alloggio: media di 73€ a notte per camera matrimoniale.
- Noleggio auto: 434€ per 17 giorni di noleggio assicurazione completa inclusa, con ritiro a San Francisco e consegna a Los Angeles. Qui trovate una guida completa al noleggio auto con una serie di consigli utili per qualsiasi viaggio on the road.
- Chilometri percorsi: 4770 circa
- Carburante: 260$ totali. La benzina costa di media 3/3,2$ al gallone, di più in California e meno in Nevada, Utah, Arizona.
- Tappe: per la notte San Francisco, Mammoth Lakes, Death Valley, Las Vegas, Bryce Canyon, Moab, Page, Grand Canyon, Joshua Tree, San Diego, Los Angeles.
- Valuta: dollaro americano
- Assicurazione: io sono sempre coperta da un’annuale multiviaggio, per una polizza singola per due persone considerate minimo 100€ (ho confrontato diverse compagnie di assicurazione viaggio in questo articolo)
- Connessione internet: se il vostro smartphone lo consente, vi consiglio di utilizzare una eSim che potete acquistare su Holafly o Airalo (ne ho parlato qui) che permette di essere sempre connessi con estrema facilità e un costo molto ridotto.
- Guide da acquistare: Rough Guides California + Stati Uniti sudoccidentali
Cosa vedere nella Costa Ovest USA: le tappe giorno per giorno
- Giorno 1 -> Volo e arrivo a San Francisco in serata
- Giorni 2-4 -> San Francisco
- Giorno 5-> Yosemite NP, notte a Mammoth Lakes
- Giorno 6 -> Mammoth Lakes, visita Death Valley
- Giorno 7 -> Valley of Fire, Las Vegas
- Giorno 8 -> Kanarra Falls, Zion NP, notte a Bryce
- Giorno 9 -> Bryce Canyon NP, notte a Moab
- Giorno 10 -> Arches NP + Canyonlands NP
- Giorno 11 -> Monument Valley, Horseshoe Bend
- Giorno 12 -> Antelope Canyon, notte al Grand Canyon
- Giorno 13 -> Grand Canyon, notte a Joshua Tree
- Giorno 14 -> Joshua Tree, San Diego
- Giorno 15 -> San Diego, Los Angeles
- Giorni 16-17 -> Los Angeles
- Giorno 18 -> Volo di rientro
GIORNO 1 -> Atterriamo a San Francisco in serata, ritiriamo l’auto a noleggio e raggiungiamo la nostra camera.
GIORNI 2-4 -> Visita di San Francisco.
GIORNO 5 -> Iniziamo ufficialmente il nostro on the road e ci mettiamo in viaggio verso lo Yosemite National Park, che attraverseremo seguendo la Tioga Road o statale 120. Tenete presente che potrete seguire questa parte dell’itinerario solamente se viaggiate in estate, perché da ottobre/novembre ad aprile/maggio la strada viene chiusa a causa della neve (si possono avere aggiornamenti sull’apertura nel sito del parco).
Lo Yosemite è anche tra i parchi che hanno introdotto un sistema di prenotazione per gestire l’afflusso in alta stagione. Ve ne parlo più giù nella sezione dedicata ai parchi nazionali.
La Tioga Road permette di attraversare il parco velocemente, nel caso in cui fosse chiusa è necessario aggirare la Sierra Nevada allungando parecchio la strada. Oltre alla comodità, si tratta anche di una bella strada panoramica che consente di avere un assaggio dello Yosemite NP anche se non si ha tanto tempo a disposizione. Vi consiglio in particolare (nell’ordine da ovest a est): il breve sentiero, circa 2 chilometri, tra le sequoie giganti a Toulumne Grove, il panorama da Olsted Point, due passi a Tenaya Lake.
Nel tardo pomeriggio raggiungiamo Mammoth Lakes, località nota per le piste da sci ed il trekking, dove trascorriamo la notte.
Modifiche all’itinerario: se Tioga Road è chiusa è necessario aggirare lo Yosemite e la Sierra Nevada, una tappa intermedia a questo punto può essere il Sequoia National Park.
Riepilogo giorno 5 | |
---|---|
Da San Francisco a Groveland | 145 miglia – 3 ore |
Yosemite NP: Tioga Road – sentiero Toulumne Grove, vista da Olmsted Point, foto Tenaya Lake | 90 miglia – 2 ore e 20 + tappe |
Da Lee Vining a Mammoth Lakes | 28 miglia – 30 minuti |
GIORNO 6 -> Dedichiamo la mattinata ad uno dei molti percorsi di trekking che offre la zona di Mammoth Lakes: il sentiero per Crystal Lake. Dal parcheggio accanto al lago George si sale per circa 1 miglio e mezzo prima di raggiungere il piccolo e tranquillo Crystal Lake e tornare indietro in un paio d’ore totali. La difficoltà viene definita moderata perché c’è un buon dislivello, però è un sentiero che consiglierei a tutti – basta percorrerlo eventualmente con più calma – perché con poca fatica regala grandi soddisfazioni e splendidi panorami.
Al termine del trekking ci spostiamo poco più a sud a Convict Lake per il pranzo al sacco, prima di dirigerci verso la Valle della Morte dove arriviamo per metà pomeriggio. In generale avevo organizzato la giornata in modo da non trovarci all’interno della Death Valley troppo presto e trascorrere nel parco due/tre ore fino al tramonto. In estate le condizioni climatiche di quest’area sono piuttosto pesanti e si riesce ad uscire dall’auto solo per qualche minuto per scattare delle foto, perciò non sopravvalutatevi pianificando troppe tappe. Devo poi confessare che tra tutte le cose viste in questo viaggio, la Death Valley è tra quelle che meno mi sono piaciute. È uno di quei luoghi che vanno visitati perché estremamente celebri, ma data un’occhiata veloce si può passare oltre senza perderci il sonno. Tra l’altro, se siete stati sul Mar Morto tutta la questione degli 80 metri sotto il livello del mare viene parecchio ridimensionata.
Ad ogni modo, essendo arrivati un po’ lunghi e volendo vedere almeno i 2/3 punti più famosi di un parco enorme prima del tramonto, noi ci siamo limitati a delle soste a Badwater Basin (il punto più basso del Nord America), Artist’s Drive (secondo me la zona che merita di più) Zabriskie Point e Dante’s View.
Modifiche all’itinerario: con meno giorni a disposizione potreste spingervi fino a Bishop anziché Mammoth Lakes per la notte, visitare la Death Valley nel primo pomeriggio e poi raggiungere Las Vegas così da guadagnare una giornata.
Riepilogo giorno 6 | |
---|---|
Da Mammoth Lakes a Crystal Lake trailhead | 5 miglia – 10 minuti |
Trekking a Crystal Lake | 5 km – circa 2 ore |
Da Crystal Lake a Convict Lake | 16 miglia – 30 minuti |
Da Convict Lake a Panamint Spring | 150 miglia – 2 ore e 30 |
Visita Death Valley NP: tappe Badwater Basin, Artist’s Drive, Zabriskie Point, Dante’s View | 113 miglia – 2 ore e 30 + tappe |
Da Dante’s View a hotel | 38 miglia – 50 minuti |
GIORNO 7 -> La prima tappa della giornata è un parco poco conosciuto ma molto affascinante: la Valley of Fire. È interessante sia perché appunto molto tranquillo e poco visitato, sia perché in un itinerario come questo è il primo grande assaggio dei panorami di roccia rossa che vi accompagneranno poi tra Utah e Arizona. Si tratta di un parco statale perciò non è incluso nel pass annuale (vedi nota successiva) e l’ingresso costa 10$ per auto.
Torniamo poi leggermente indietro per raggiungere Las Vegas nel pomeriggio. La definizione che più associo a questa città è: un’americanata. Per carità, da vedere una volta nella vita, ma non più di una notte per quel che mi riguarda (tra l’altro tenete presente che all’interno dei casino nel Nevada si può fumare, se vi dà fastidio quanto a me faticherete a trascorrerci troppo tempo). Vi consiglio di attendere la sera prima di uscire e visitare gli hotel più famosi, perché con la luce del giorno perdono fascino. I più interessanti si concentrano lungo la Strip e sono: il Venetian, il Bellagio con lo spettacolo delle fontane, il Paris, il Caesars Palace. Carina anche la via pedonale accanto al LINQ che è anche l’unica in centro dove troverete un po’ di ristoranti per cenare al di fuori dei casino.
Riepilogo giorno 7 | |
---|---|
Da hotel a Valley of Fire | 150 miglia – 3 ore |
Visita a Valley of Fire: Scenic Loop, White Domes, Fire Canyon Road, Rainbow Vista, Elephant Rock | 25 miglia – 1 ora + tappe |
Da Valley of Fire a Las Vegas | 55 miglia – 1 ora |
GIORNO 8 -> Lasciamo Las Vegas ed il Nevada per arrivare nello Utah (ricordate che passando il confine cambia l’orario e l’orologio va portato avanti di un’ora). Nel tragitto verso Bryce ho inserito all’ultimo momento una tappa a Kanarraville per un trekking scoperto grazie a Paola di Scusateiovado: circa 2 ore tra andata e ritorno seguendo il corso di un torrente, in larga parte con i piedi nell’acqua gelida, fino a raggiungere uno slot canyon che somiglia moltissimo al Wadi Mujib giordano. C’è un numero limitato di accessi consentiti ogni giorno, ma il percorso al momento non è tanto conosciuto da rischiare di non trovare biglietti. Per sicurezza, potete comunque acquistare i biglietti in anticipo dal sito ufficiale (15$ a persona).
Ci rimettiamo poi in viaggio seguendo la UT9, una strada panoramica che non dovete assolutamente perdervi e che attraversa parte dello Zion NP. Notte vicino all’ingresso del Bryce Canyon NP.
Modifiche all’itinerario: per questo viaggio abbiamo scelto di visitare lo Zion solo dall’auto seguendo la UT89. Da aprile a ottobre la Scenic Drive non si può percorrere con auto privata ma solo con il bus navetta, richiedendo quindi più tempo, e si tratta di un parco che si gode meglio facendo trekking in uno dei molti sentieri a disposizione, perciò abbiamo scelto di rimandare ad un’altra occasione. Se preferite potete però inserire lo Zion NP anziché il trekking a Kanarraville.
Riepilogo giorno 8 | |
---|---|
Da Las Vegas a Kanarraville | 160 miglia – 2 ore e 30 |
Trekking Kanarra Falls | 6 km – circa 2 ore |
In auto lungo UT9/UT89 (Zion NP) fino a Panguitch | 120 miglia – 2 ore e 40 |
GIORNO 9 -> È il giorno di uno dei parchi più belli in assoluto: Bryce Canyon. Migliaia di pinnacoli di roccia rossa creano un paesaggio incredibile, di quelli che è impossibile catturare davvero in un’unica foto. Il parco si visita attraverso la Scenic Drive che offre diversi punti panoramici, ma soprattutto lungo vari sentieri che scendono tra le rocce. In estate organizzatevi in modo da percorrere almeno un sentiero al mattino, quando le temperature sono migliori, per poi concentrarvi sulla Scenic Drive.
Noi abbiamo scelto il Navajo Loop Trail, con partenza da Sunset Point. Sono solo un paio di chilometri totali per percorrere l’intero anello, ma con dislivello impegnativo perciò meglio non sottovalutarlo – però fidatevi che la fatica viene ampiamente ripagata. Abbiamo anche aggiunto un pezzettino di Queen’s Garden, in generale i due sentieri si possono unire in una combinazione che scende da Sunrise Point e risale da Sunset Point, per circa 5 km totali.
Dopo pranzo ci mettiamo in viaggio verso Moab. Potete scegliere una strada panoramica ma un pochino più lenta (UT12 + UT24) oppure la strada ad alta percorrenza.
Modifiche all’itinerario: se avete abbastanza tempo ed energia potete fare una tappa a Capitol Reef lungo la strada per Moab, il parco si visita lungo la Scenic Drive di circa 8 miglia. In generale, raggiungere Moab vi porterà via parecchio tempo ed aggiungerà molte miglia all’itinerario, quindi se dovete concentrare il viaggio in meno giorni questa è probabilmente una tappa che dovreste considerare di rimandare ad altra occasione.
Arrivando a Moab in tempo per il tramonto potreste anche inserire Dead Horse Point in questa giornata anziché il giorno successivo, specie se non siete interessati a Canyonlands.
Riepilogo giorno 9 | |
---|---|
Da Panguitch a Bryce Canyon | 24 miglia – 30 minuti |
Visita Bryce Canyon NP: Navajo Loop Trail | 2 ore |
Scenic drive in auto: Rainbow Point, Black Birch Canyon, Natural Bridge, Farview Point, Bryce Point | 36 miglia – 1 ora + tappe |
In auto lungo UT12 fino a Moab | 270 miglia – 5 ore |
GIORNO 10 -> Ci sono diversi motivi per cui raggiungere Moab, primo fra tutti la vicinanza a ben due parchi nazionali: Arches e Canyonlands. In più è una cittadina carina, piena di locali in cui mangiare, negozietti, agenzie che propongono attività outdoor. Dopo ore alla guida in mezzo al nulla nello Utah, Moab è una sorta di miraggio.
In una giornata piena potete visitare sia Arches che Canyonlands, ovviamente va pianificato bene in base a ciò che vi interessa di più. Uno dei nostri punti fermi era il Delicate Arch Trail, un sentiero che porta all’arco di roccia più famoso dell’Arches NP (e simbolo dello Utah, tanto da essere presente anche sulle targhe dello stato).
Il sentiero è lungo solo 5 km tra andata e ritorno, ma vanno considerate almeno un paio d’ore perché bisogna affrontare una discreta pendenza ed è tutto su roccia esposta, senza ombra. Molti scelgono di percorrerlo per il tramonto, noi abbiamo preferito farlo al mattino come prima cosa per via delle temperature più fresche. Il Delicate Arch si può vedere da vicino solamente con questo percorso, è un po’ impegnativo ma a mio avviso ne vale la pena e sarebbe un peccato perderlo, a qualsiasi ora decidiate di andarci.
Con le forze residue abbiamo percorso un altro breve sentiero, questa volta pianeggiante, fino a Landscape Arch che è considerato il più grande del mondo. Dopo qualche altro arco nella zona di The Windows ci siamo riposati un paio d’ore a Moab prima di ripartire per Canyonlands. Il secondo punto fermo era infatti vedere il tramonto a Dead Horse Point, a pochi minuti dal parco, perciò era bene non terminare la visita troppo presto.
Su Canyonlands avevo letto recensioni entusiaste, personalmente non l’ho trovato così interessante ma è probabile che sia dipeso dalla zona: ci siamo concentrati su alcuni punti panoramici di Islands in the Sky, la zona più vicina a Moab, più il breve sentiero per raggiungere Mesa Arch, ma il parco sarebbe molto più vasto (e ricco). Magari in futuro avrò modo di rivalutare la mia opinione.
Dal Visitor Center in 15 minuti si raggiunge Dead Horse Point, parco statale e quindi non incluso nel pass annuale. Il fiume Colorado crea un ferro di cavallo, meno famoso dell’Horseshoe Bend di Page ma comunque celebre grazie alla scena finale di Thelma e Louise. Anche in questo caso come per Canyonlands, non so se ne valga davvero la pena. Il biglietto è stato alzato a 20$ per auto e se vi interessa il singolo punto panoramico mi sembra un po’ eccessivo, specie se avete in programma Horseshoe Bend (decisamente più bello e per di più meno costoso).
Modifiche all’itinerario: col senno di poi, avrei saltato Canyonlands (ma giustamente è un’opinione personale) e visitato Peek-a-boo, slot canyon meno conosciuto.
Riepilogo giorno 10 | |
---|---|
Da Moab ad Arches NP | 5 miglia – 10 minuti |
Visita Arches NP: Delicate Arch Trail | 5 km – circa 2 ore |
Landscape Arch Trail | 2,5 km – circa 40 minuti |
Scenic drive in auto: Park Avenue, Balanced Rock, Window Arches, Parade of Elephants | 20 miglia – 40 minuti + tappe |
Pausa a Moab | 2 ore |
Da Moab a Canyonlands | 30 miglia – 30 minuti |
Visita Canyonlands: Scenic drive in auto, Grand View Point Overlook, Mesa Arch, Green River | 30 miglia – 1 ora + tappe |
Da Canyonlands a Dead Horse Point | 12 miglia – 15 minuti |
GIORNO 11 -> Lasciamo Moab e ci dirigiamo a sud, verso l’Arizona. Dopo circa due ore e mezza all’orizzonte compare il panorama della Monument Valley, con quella sua aria familiare grazie alle decine di vecchi film western girati qui.
La Monument Valley fa parte della cosiddetta Navajo Nation, non è quindi un parco nazionale incluso nel pass annuale ma è gestita dai nativi americani (il biglietto costa 8$ per persona). Si visita con escursioni guidate, in jeep o a cavallo, oppure con la propria auto è possibile percorrere la Valley Road, una strada panoramica ad anello lunga circa 17 miglia. Ci sono dei tratti un po’ dissestati con qualche buca, se avete noleggiato un SUV meglio ma in generale procedendo con cautela non avrete problemi anche con una normale utilitaria.
Ci rimettiamo poi in viaggio verso Page e la sera ammiriamo il tramonto ad Horseshoe Bend. Fino a poco tempo fa questo celebre punto panoramico era completamente gratuito, ora il parcheggio è a pagamento (10$ per auto) ed è in previsione la realizzazione di un centro visitatori. Ne vale comunque la pena perché la vista è davvero eccezionale, anche nonostante l’affollamento. Tenete presente che dal parcheggio bisogna scendere un sentiero di un paio di chilometri, perciò dovrete essere lì almeno 15/20 minuti prima del tramonto – meglio se arrivate anche in anticipo, perché rischiate di dover fare un po’ di coda.
Riepilogo giorno 11 | |
---|---|
Da Moab a Monument Valley | 145 miglia – 2 ore e 30 |
Visita Monument Valley: Valley Road in auto | 17 miglia – 1 ora e 30 |
Da Monument Valley a Page | 120 miglia – 2 ore |
Tramonto a Horseshoe Bend | 2,5 km – 30 minuti |
GIORNO 12 -> Il motivo per cui si raggiunge Page è essenzialmente uno: l’Antelope Canyon. Allo slot canyon più famoso al mondo si può accedere solamente con visita guidata ed un accompagnatore Navajo, ciò significa che è necessario prenotare i propri posti con anticipo. Ci sono 4 agenzie autorizzate per l’Upper Antelope e 2 agenzie per il Lower Antelope, trovate tutti i link in questa pagina. Nel caso dell’Upper Antelope diverse agenzie aprono le prenotazioni 60 giorni prima, tenete presente che per gli orari dei Light Beams i posti spariscono in fretta perciò è bene registrarsi immediatamente. Non sottovalutate però nemmeno l’affluenza al Lower Canyon: in alta stagione potreste non trovare posto se vi presentate in biglietteria il giorno stesso.
I costi tra un’agenzia e l’altra hanno poche variazioni, ma controllate sempre se includono o meno gli 8$ di tassa Navajo e ricordate che vanno pagati solo una volta. Se quindi visitate ad esempio l’Upper Canyon al mattino ed il Lower al pomeriggio, all’accesso del Lower dovrete esibire la ricevuta per non pagare nuovamente gli 8$ a persona (o chiedere il rimborso, nel caso in cui aveste pagato online al momento della prenotazione).
Noi abbiamo scelto di visitarli entrambi ed è il consiglio che darei a tutti: l’Upper Canyon è un’emozione incredibile ma passa in un soffio, il Lower è più lungo, più tranquillo, lascia il tempo di godersi appieno il luogo in tutta la sua bellezza. Il fenomeno dei Light Beams, ovvero i raggi di luce che tra mezzogiorno e l’una filtrano tra le pareti di roccia, si verifica solo nell’Upper Canyon perciò se siete interessati a vederli dovrete regolare gli orari di visita in base a questo, mentre potrete accedere al Lower Canyon a qualsiasi ora. A mio avviso vale la pena pagare qualcosa in più per i Light Beams, mentre non avrei pagato il prezzo dei tour “fotografici”: non si è comunque mai soli all’interno dell’Upper Antelope Canyon perché accedono contemporaneamente anche i tour “tradizionali”.
I tour durano 1 e mezza per l’Upper Antelope – compreso breve tragitto in pick up di circa 10 minuti – ed un’ora per il Lower. Controllate bene gli orari indicati nella prenotazione, soprattutto se viene seguita l’ora dell’Arizona o quella della Navajo Nation ed il termine massimo per il check in (solitamente un’ora prima della partenza). Se non vi presenterete alla biglietteria in tempo, rischiate di perdere il posto. Se vi rimane del tempo da occupare potete fare un salto anche a Lake Powell, lago artificiale creato in seguito alla costruzione di una diga dove è possibile andare in spiaggia o fare qualche escursione. È un parco nazionale perciò incluso nel pass annuale.
Dopo i 2 tour – Upper Canyon alle 12.00 e Lower Canyon alle 15.00 – ripartiamo in direzione Grand Canyon, arrivando a Desert View Point in tempo per il tramonto.
Modifiche all’itinerario: trascorrendo una notte in più a Page potreste inserire un’escursione a Labyrinth Canyon, slot canyon semi sconosciuto a cui si accede in kayak da Lake Powell. Non ho molte informazioni in più al momento perché me l’hanno consigliato al mio rientro, ma è in lista per il prossimo viaggio da queste parti.
Riepilogo giorno 12 | |
---|---|
Visita Upper Antelope Canyon | 1 ora e 30 + check in |
Visita Lower Antelope Canyon | 1 ora e 30 + check in |
Da Page a Grand Canyon NP: Desert View | 110 miglia – 2 ore |
Da Desert View a hotel | 28 miglia – 45 minuti |
GIORNO 13 -> Dopo Canyonlands e dopo giorni sul Colorado Plateau, il Grand Canyon regala begli scorci ma di sicuro non è il parco che vi entusiasmerà di più. Forse perché è davvero difficile avere un’idea dell’immensità di questa faglia da un semplice punto panoramico, ma personalmente non potevo permettermi i costi di un tour in elicottero. Se voi potete, credo sia un’esperienza interessante.
Solitamente quando si parla di Grand Canyon ci si riferisce al South Rim, più facilmente accessibile, con un grande centro visitatori, negozi e hotel, oltre a diversi punti panoramici accessibili in auto. Se avete solo una giornata a disposizione, passerete sicuramente da qui, mentre chi si dirige al North Rim ha in programma trekking più impegnativi. I punti panoramici più famosi sono Mather Point, Yavapai Point e Yaki Point (quest’ultimo si raggiunge solo con la navetta del parco).
Vi consiglio però di ritagliarvi del tempo per raggiungere Shoshone Point: si tratta di un punto panoramico sconosciuto, probabilmente perché è l’unico che richiede di percorrere un breve sentiero. Sono solo 3 km tra andata e ritorno ed è pianeggiante, quindi davvero poco impegnativo, vi regalerà un panorama pazzesco e soprattutto in completa solitudine. Noi abbiamo incontrato altre 6 persone in totale ed era il Labor Day, perciò il resto del parco era affollatissimo. L’accesso non viene segnalato nemmeno sulla mappa ufficiale ma lo troverete su Google Maps: arrivando dal centro visitatori vedrete un piccolo parcheggio tra gli alberi sulla sinistra, poco dopo Yaki Point.
In tarda mattinata ci rimettiamo in viaggio, ci attende lo spostamento più lungo di tutto il viaggio. Facciamo una tappa per pranzo a Seligman, cittadina abbastanza caratteristica lungo la vecchia Route 66, per poi raggiungere Joshua Tree in serata.
Modifiche all’itinerario: abbiamo inserito Joshua Tree nell’itinerario perché ci serviva necessariamente una tappa intermedia sulla strada per San Diego. Se il vostro programma prevede invece di raggiungere Los Angeles, potreste anche saltare questa tappa (sarà comunque una giornata parecchio lunga alla guida, ma nel mezzo non c’è moltissimo a parte appunto Joshua Tree e Palm Springs).
Riepilogo giorno 13 | |
---|---|
Da hotel a Grand Canyon | 9 miglia – 20 minuti |
Shoshone point trail | 3 km – circa 1 ora |
Da Grand Canyon a Seligman | 105 miglia – 1 ora e 45 |
Da Seligman a Joshua Tree | 290 miglia – 4 ore e 30 |
GIORNO 14 -> In mattinata visitiamo Joshua Tree in auto, con alcune tappe panoramiche lungo il percorso, prima di ripartire alla volta di San Diego. Nel pomeriggio visitiamo la zona centrale, con Little Italy, lungomare e Gaslamp, dove avrete l’imbarazzo della scelta per trovare un locale in cui fermarvi a cena.
Modifiche all’itinerario: ci tenevamo ad inserire una tappa veloce a San Diego, ma la città meriterebbe una visita più approfondita. Se avete meno tempo a disposizione consiglio di puntare direttamente Los Angeles, o magari dedicare 2 giorni e 1 notte alla risalita lungo la costa californiana (se prenotate volo di rientro da San Francisco).
Riepilogo giorno 14 | |
---|---|
Da Yucca Valley a Joshua Tree | 11 miglia – 20 minuti |
Visita Joshua Tree NP: Skull Rock, Hidden Valley, Cholla Cactus Garden | 50 miglia – 1 ora e 30 + tappe |
Da Cottonwood a San Diego | 190 miglia – 3 ore |
GIORNO 15 -> Trascorriamo la mattina visitando Balboa Park, per poi raggiungere Mission e Pacific Beach per pranzo. Nel pomeriggio infine è tempo di raggiungere l’ultima tappa del nostro percorso: Los Angeles.
Riepilogo giorno 15 | |
---|---|
Visita San Diego | |
Da San Diego a Los Angeles | 135 miglia – 2 ore e 30 |
GIORNI 16-18 -> Visita Los Angeles e rientro.
A questo link trovate il riepilogo generale dell’itinerario in PDF con tappe e spostamenti
West Coast USA: informazioni e consigli generali
Quanti giorni per un viaggio in West Coast e quando andare
Un itinerario tra i Parchi del Sud Ovest tocca solitamente 4 Stati diversi: California, Nevada, Utah e Arizona. Si guida per migliaia di chilometri e le diverse destinazioni sono spesso piuttosto lontane tra loro, perciò più giorni avrete a disposizione meglio sarà. Considerando anche i voli molto lunghi, due settimane piene di viaggio sono il tempo minimo indispensabile da prevedere. Con meno giorni a disposizione, meglio concentrarsi sulla sola California o su una piccola parte dell’itinerario.
Questo è un viaggio che si può fare tutto l’anno, le stagioni migliori sono primavera e autunno per il semplice fatto che troverete meno turisti, temperature miti e costi più bassi per le camere. L’estate è la stagione più affollata e ad agosto dovrete fare attenzione alle temperature per i trekking, mentre in inverno potreste trovare neve in alcune zone (come Yosemite e Bryce Canyon NP) e avrete a disposizione giornate più corte perciò dovrete rivalutare alcuni spostamenti.
Integrazioni e modifiche all’itinerario
Vi ho lasciato delle note al termine delle singole giornate con possibili deviazioni o modifiche alle tappe toccate in questo viaggio. In generale si tratta di un itinerario abbastanza standard che tocca molti tra i luoghi più celebri del Sud Ovest americano, ma questo non significa che non sia come sempre frutto di scelte molto personali.
Biglietti aerei per la costa ovest USA
Da qualche anno i biglietti aerei per la West Coast sono diventati mediamente più accessibili e spesso si trovano offerte tra i 400€ e i 500€ a/r, prezzo impensabile fino a qualche tempo fa per un volo così lungo. È importante come sempre monitorare i prezzi con anticipo e se possibile avere un po’ di flessibilità per quel che riguarda le date.
La decisione più importante da prendere sarà poi se atterrare e ripartire dalla stessa città oppure da due destinazioni diverse, e questo dipende in gran parte dall’itinerario che vi interessa e da quanti giorni avete a disposizione. Nel nostro caso abbiamo scelto di atterrare a San Francisco e ripartire da L.A., perché dopo l’itinerario attraverso i parchi rientrare nella prima città ci avrebbe fatto perdere un giorno di viaggio. Se invece siete interessati a percorrere la costa californiana allora potete prevedere un percorso ad anello.
Altra piccola nota: fate attenzione alle clausole del biglietto che state acquistando, perché sempre più compagnie aeree, anche di linea, prevedono tariffe super economy senza bagaglio da stiva (e per aggiungerlo in un secondo momento potreste trovarvi a spendere cifre astronomiche).
Quanto costa un viaggio negli USA
La risposta breve è: tanto. La risposta lunga è: tanto, ma potete prestare attenzione ad alcuni aspetti e risparmiare parecchio. Al di là dei biglietti aerei e del noleggio auto, che se prenotati con anticipo possono essere tutto sommato in media con molti altri viaggi, le voci di spesa più impegnative saranno camere e pasti. Le camere vicine ai parchi si riempiono in fretta e in alta stagione hanno costi elevati, per non parlare di San Francisco, la città con i prezzi più alti in cui sia mai stata per quel che riguarda l’alloggio. In generale, se siete bravi, prenotate con buon anticipo e sfruttate Airbnb in alcune località, potete considerare una media di 70/80€ a notte per una camera doppia.
Anche i pasti sono un tasto dolente e al di fuori dei fast food si spendono almeno 30/40€ dollari in due. Si risparmia qualcosa bevendo acqua, dato che quella di rubinetto è sempre gratuita, ma al conto totale dovrete sempre aggiungere il 15/20% per la mancia e questo contribuisce ad alzare le spese.
Per ottimizzare i costi, specie in un viaggio on the road tra i parchi, una buona soluzione è quella del pranzo al sacco. Potete comprare un piccolo frigo portatile da Walmart o nei negozi di articoli sportivi a 20/30$, riempirlo di ghiaccio ai distributori gratuiti dei motel o comprarne un sacchetto all’occorrenza nei distributori di benzina o nei supermercati, e conservare così cibo e bibite per un picnic nelle aree attrezzate che troverete sempre all’interno dei parchi. A parte alcune eccezioni, di norma abbiamo pranzato al ristorante e cenato in appartamento nelle grandi città come San Francisco, pranzato al sacco e cenato al ristorante quando stavamo invece visitando i parchi, così da risparmiare moltissimo sulla spesa totale per il cibo.
Un altro modo per risparmiare è senz’altro quello di condividere il viaggio: se viaggiate in 4 ottimizzerete il costo del noleggio auto e potenzialmente anche il costo delle camere, nei motel infatti spesso le stanze offrono due letti matrimoniali e possono ospitare 4 persone. Certo dovete essere in famiglia o amici molto stretti, pronti a condividere gli spazi ed un unico bagno.
Itinerario West Coast USA: documenti da richiedere
ESTA (ed eventualmente ETA)
Chiunque voglia recarsi negli Stati Uniti deve prima di tutto ottenere un visto o un’autorizzazione di viaggio. Nel caso dei cittadini italiani, con una serie di eccezioni che vediamo tra poco, è possibile visitare gli USA richiedendo un semplice ESTA, ovvero un’autorizzazione elettronica valida per i viaggi sotto i 90 giorni. Ottenerla è piuttosto semplice: la domanda si fa online dal sito del governo (mi raccomando utilizzate solo il sito ufficiale, non quelli delle agenzie che applicano poi un prezzo molto maggiorato), si pagano 21$ e solitamente si riceve una risposta entro 72 ore. I dati da inserire comprendono dati anagrafici, estremi del passaporto, riferimenti dell’hotel in cui si pernotterà (il primo, se avete in programma un viaggio itinerante) oltre a un breve questionario. Una volta ottenuto, l’ESTA rimane valido per due anni. Potete stampare una copia dell’autorizzazione per vostra sicurezza, ma non è in realtà necessario portarla con sé durante il viaggio: l’ESTA viene associato al vostro passaporto e il personale aeroportuale potrà visualizzarlo automaticamente online.
Esistono però delle limitazioni. Ad esempio, non è possibile fare richiesta dell’ESTA se avete visitato i Paesi inseriti dagli USA in black list: Iran, Iraq, Libia, Siria, Somalia, Sudan e Yemen dal 2011, e purtroppo anche Cuba da gennaio 2021.
Attenzione quindi: se avete visitato Cuba dopo gennaio 2021 non potrete più visitare gli Stati Uniti con l’ESTA ma dovrete fare richiesta di un visto turistico. Ciò non significa in ogni caso che non potrete più viaggiare negli USA, semplicemente dovrete seguire una procedura diversa, un pochino più lunga e costosa poiché prevede tra l’altro un appuntamento in consolato, per ottenere un visto di tipo B che sarà poi valido per 10 anni.
Attenzione #2: se il vostro volo prevede uno scalo in Canada com’è stato per noi, dovrete richiedere anche l’equivalente canadese dell’ESTA, chiamato ETA (qui il sito ufficiale) al costo di 7 CAD.
Patente internazionale
In rete si trovano risposte di ogni tipo alla domanda: serve la patente internazionale per guidare negli USA? La verità è che ogni stato ha una sua regolamentazione per quel che riguarda l’obbligatorietà o meno di patente internazionale, perciò dovrete verificare uno per uno tutti gli stati in cui intendete guidare. Ci sono siti, anche autorevoli, che sostengono non sia mai necessaria, e decine di forum che vi diranno che nessuno è mai stato multato per questo motivo, ma io preferisco riportarvi solo le fonti ufficiali: il sito del governo statunitense che conferma che alcuni stati possono richiederla.
Per quel che riguarda questo itinerario, comunque, ad oggi nessuno dei quattro stati visitati richiede obbligatoriamente un IDP (International Driving Permit).
Noleggio auto negli USA
Se per altri itinerari on the road di cui vi ho raccontato ho lasciato aperto un piccolissimo spiraglio alla possibilità di fare lo stesso viaggio (o almeno qualcosa di simile) con altri mezzi, qui non posso proprio: per un itinerario tra le sconfinate distese del Sud Ovest vi servirà un’auto a noleggio. Non che non possiate fare splendidi viaggi negli USA in treno o in autobus, ma di certo non potrete concentrare in un paio di settimane un itinerario come questo tra 4 stati differenti.
Per iniziare, qui trovate una guida completa al noleggio auto con diversi consigli utili per qualsiasi viaggio on the road. Come sempre vi consiglio di comparare i prezzi di noleggio nei classici motori di ricerca come Autoeurope e Rentalcars. Quasi tutte le compagnie includono nei costi della tariffa base anche l’assicurazione completa, senza franchigia, perciò noleggiare un’auto negli USA è tutto sommato più economico rispetto ad altre destinazioni. Ricordate comunque di verificare con attenzione le condizioni prima di prenotare.
Per il nostro viaggio abbiamo speso in totale 434€, con ritiro a San Francisco e consegna a Los Angeles (all’interno della California non c’è un sovrapprezzo per la consegna in una città differente, mentre se volete lasciare l’auto in un altro stato dovrete verificare i costi). Abbiamo optato per una fullsize ed è andata benissimo, molti consigliano per maggiore sicurezza di noleggiare un SUV soprattutto se volete percorrere lo sterrato della Monument Valley ma non abbiamo avuto alcun problema anche con la nostra semplice Ford Fusion.
Per la benzina abbiamo pagato di media 3/3,2$ al gallone, ma il prezzo varia molto a seconda dello stato: è nettamente più cara in California e più economica invece in Utah e Arizona. In ogni caso anche in un viaggio così lungo non sarà la voce di spesa più importante e rispetto all’Italia si tratta di costi limitati (nel nostro caso circa 260$ per 4800 km).
Guidare negli Stati Uniti
Avete presente quel momento nei film in cui lo sceriffo compare dal nulla non appena il protagonista supera il limite di velocità? Ecco, questo non ci è capitato, ma abbiamo provato l’ebbrezza di vedere alzarsi in volo un elicottero giusto di fronte a noi, con la stessa funzione di rilevamento velocità.
Giusto per non rischiare, comunque, memori di tante scene sul grande e piccolo schermo, è sempre meglio rispettare scrupolosamente i limiti di velocità. Le auto a noleggio sono quasi sempre modelli molto recenti, perciò cercate la funzione di cruise control così da non dovervi preoccupare di accelerare troppo (perché quando le strade sono sconfinate come quelle americane, la tentazione può venire facilmente).
In generale gli americani sono molto prudenti soprattutto nei centri città e le strade in buone condizioni. Per parcheggiare lungo la strada troverete le macchinette in corrispondenza di ogni singolo posteggio, funzionano sia con monete sia con carta di credito.
I parchi nazionali USA e il pass annuale
In un tour del Sud Ovest visiterete numerosi parchi naturali, perciò è doveroso spendere qualche parola in merito alla loro gestione e ai costi del biglietto d’ingresso.
Tutti i parchi sono a pagamento, ma il biglietto non si intende mai per persona bensì per auto (o mezzo di trasporto in genere). I parchi naturali americani sono infatti molto diversi da come li si potrebbe immaginare secondo la nostra definizione di “parco”: sono aree immense, che prevedono spesso la possibilità di fare trekking o altre attività ma si visitano prima di tutto in auto. Troverete quindi delle “Scenic Drive” con punti panoramici in cui sostare, a cui aggiungere sentieri a piedi più o meno impegnativi.
L’accesso al parco costa generalmente tra i 20$ e i 35$ per auto ed è valido per ingressi multipli fino a una settimana. Se nel vostro itinerario prevedete di visitare più parchi, l’opzione migliore è però acquistare il pass annuale “America the Beautiful” che costa 80$ ed è valida appunto per un anno dalla data d’acquisto, consentendovi accessi illimitati a tutti i parchi nazionali degli Stati Uniti. Il pass si può acquistare in uno qualsiasi dei parchi, vi chiederanno di firmarlo e andrà in seguito esibito insieme ad un documento d’identità per la verifica, ma rimane valido per l’intera auto con tutti i suoi passeggeri (anche non firmatari).
Se non prevedete di tornare negli USA prima della scadenza del pass, potete anche cederlo ad altri perché c’è lo spazio per una seconda firma.
Non sono inclusi nel pass i parchi a gestione statale o i parchi della Navajo Nation, come ad esempio Valley of Fire, Monument Valley, Deadhorse Point, Horseshoe Bend. Altro caso a sé è l’Antelope Canyon, cui si accede unicamente con visita guidata.
All’ingresso dei parchi vi verrà sempre consegnato un dépliant informativo con la mappa e diverse informazioni utili, che trovate in ogni caso anche online sul sito del NPS. Sulla mappa troverete segnalati i bagni, le aree attrezzate per picnic, eventuali punti ristoro, fontanelle d’acqua, partenza e lunghezza dei sentieri e molto altro. Per informazioni ulteriori o richieste particolari, è possibile rivolgersi al Centro Visitatori che si trova solitamente poco dopo l’accesso di ciascun parco.
I parchi nazionali USA con obbligo di prenotazione
Alcuni parchi nazionali hanno introdotto di recente delle nuove regole che prevedono l’obbligo di prenotare in anticipo un giorno e orario d’accesso, soprattutto per la visita di alcuni sentieri particolarmente affollati in alta stagione.
Qui vi lascio le regole attuali da tenere a mente per i parchi citati nell’itinerario, ma come norma generale vi consiglio di visitare il sito NPS per tutte le informazioni aggiornate in tempo reale.
- YOSEMITE: è richiesta una prenotazione per guidare nel parco tra le 5 del mattino e le 4 del pomeriggio in determinate giornate tra aprile e ottobre, secondo il calendario disponibile sul sito. I permessi vengono resi disponibili online una settimana prima ma è necessario connettersi immediatamente perché vengono spesso venduti in pochi minuti. Il costo (non rimborsabile) è di 2$ per veicolo e il permesso è valido per 3 giorni consecutivi. Sono esentati i visitatori che pernottano all’interno del parco in strutture convenzionate.
- ZION: non è necessario un permesso per accedere al parco, ma se desiderate percorrere il sentiero Angel’s Landing dovete partecipare a una sorta di “lotteria” ad estrazione. Vengono resi disponibili dei permessi con lotteria stagionale – circa 2 mesi prima – e giornaliera, ogni pomeriggio per il giorno successivo. Il costo è di 6$ per partecipare alla lotteria oltre a 3$ a persona per ogni permesso ottenuto.
- ARCHES: è richiesta una prenotazione per accedere al parco ogni giorno tra le 7 e le 16, dal 1 aprile al 31 ottobre. Le prenotazioni vengono aperte con tre mesi d’anticipo (ma in questo caso non dovete preoccuparvi troppo che i posti vadano esauriti): è necessario fare richiesta online, indicando la fascia oraria durante la quale desiderate visitare il parco e pagando una tassa di 2$ per auto.
Stati Uniti dell’Ovest: dove dormire
Come già accennato parlando dei costi, la spesa per dormire negli Stati Uniti non è qualcosa su cui riuscirete a risparmiare più di tanto, ma ci sono senz’altro degli aspetti cui si può fare attenzione.
Il primo consiglio e più importante è quello di prenotare immediatamente le camere vicine ai parchi, perché in alta stagione (e tutta l’estate lo è) si riempiono alla velocità della luce. In località come Moab o Page, già prenotando con 8/9 mesi di anticipo faticherete a trovare stanze sotto i 100€ a notte, più aspettate peggio sarà tranne fortunate eccezioni.
Altro consiglio da amica: fate attenzione al punteggio medio delle recensioni, anche più di quanto fareste di solito. Gli standard di pulizia delle camere americane sono più bassi rispetto a quelli italiani, perciò cercate di non andare mai sotto la media del 7 su Booking se non volete rischiare qualche esperienza da incubo.
L’alloggio più tradizionale per un on the road come questo è il classico motel, che offre diversi punti a favore: le camere sono solitamente molto spaziose, avrete a disposizione parcheggio gratuito e quasi sempre servizi utili come macchina del ghiaccio per riempire il vostro frighetto (il ghiaccio negli USA è una sorta di bene di prima necessità!), microonde e macchina del caffè in camera o negli spazi comuni, lavanderia. Alcune catene come Motel 6 o Super 8 sono presenti un po’ ovunque ed offrono uno standard discreto.
Come sempre per tutte le prenotazioni mi sono rivolta in primo luogo a Booking.com, ma se volete risparmiare in alcune località vi consiglio di controllare anche Airbnb. In particolare nelle grandi città ed in luoghi come Moab la differenza di prezzo può essere sostanziale.
Ecco tappa per tappa un consiglio su dove dormire:
– SAN FRANCISCO: questa è la città con il prezzo medio per notte più elevato in cui sia mai stata, meglio rassegnarsi fin dal principio. In città sarà incredibilmente difficile trovare qualcosa sotto i 100€/notte, e potrebbe comunque trattarsi di una camera d’ostello con bagno in comune. Questo è uno dei casi in cui potrà venirvi in soccorso Airbnb, noi in particolare abbiamo scelto una grande stanza vicino Ocean Beach poiché ci consentiva di avere a disposizione parcheggio libero in strada dove lasciare l’auto durante la visita a San Francisco (Downtown da qui si raggiunge con l’autobus in una ventina di minuti). Ovviamente dormire in zona più centrale vi risparmia un po’ di tempo sui mezzi, ma non sottovalutate i costi dei parcheggi quando confrontate le varie opzioni.
Su Booking, una buona opzione è la catena HI Hostels, con 3 sedi in centro. Il bagno è in comune ma i servizi sembrano molto buoni.
– MAMMOTH LAKES: hotel Alpenhof Lodge, molto carino e centrale.
– DEATH VALLEY: uno dei motel più comodi in assoluto è Longstreet Inn & Casino, poco lontano dall’uscita est del parco. Il prezzo medio è buono, le camere spaziose, ed anche se il casino in sé per me era un filino inquietante la posizione è imbattibile. Sempre che non abbiate budget tale da potervi permettere di dormire all’interno della Death Valley, a quel punto dovreste scegliere The Inn at Death Valley.
– LAS VEGAS: tutti i ragionamenti fatti finora ovviamente non valgono a Las Vegas, un mondo a sé con tutte le sue follie. La cosa più importante cui fare attenzione quando prenotate una camera in città è se la tariffa include o meno la cosiddetta “resort fee”, una tassa obbligatoria intorno ai 35$ per notte di media. Ufficialmente la tassa serve a coprire i costi per servizi accessori come il wifi, nella realtà non potrete comunque scegliere di farne a meno. L’unico modo per farvela stornare dal conto è scommettere tanti, tanti soldi (ma non vi sto consigliando di farlo!).
Il consiglio se come me trascorrerete solo una notte a Las Vegas è di scegliere un hotel sulla Strip, così da essere al centro della scena. Al di là dei casino più celebri, il migliore per rapporto qualità prezzo è probabilmente il LINQ: in pieno centro, con camere molto belle, tutti i servizi di cui potreste avere bisogno e un prezzo medio intorno ai 70/80€ a notte, inclusa resort fee. Va aggiunto il parcheggio a 12$ al giorno. Specie se viaggiate nel weekend, vi consiglio di seguire la semplice procedura online per preparare il check in, così non dovrete fare la fila alla reception e potrete dirigervi ad una macchinetta automatica per ottenere le chiavi. In ogni caso a Las Vegas potrete trovare camere di ogni tipo e per ogni fascia di prezzo, dalle più spartane al lusso estremo.
– BRYCE CANYON: la mia scelta era stata il Rodeway Inn, ma una volta arrivati a destinazione ci è stato comunicato che a causa di alcuni lavori sulla rete elettrica sarebbe mancata la corrente per tutta la sera. Siamo quindi andati poco più lontani dall’ingresso del parco al Color Country Motel. Entrambe strutture nella media.
– MOAB: questa è una località gettonatissima e i motel raggiungono prezzi piuttosto elevati in alta stagione. Se trovate tariffe troppo alte nei motel come Sleep Inn, provate come noi a prenotare su Airbnb (non vi metto il link della nostra stanza perché al momento l’annuncio non è più disponibile).
– PAGE: come sopra, ma in questo caso prenotando con anticipo avevo bloccato una camera discreta al Motel 6 (comunque cara, circa 90€, ma la città è affollatissima).
– GRAND CANYON: abbiamo soggiornato qui la notte prima del Labor Day, perciò già a gennaio la quasi totalità delle camere a prezzo accettabile era occupata. Esistono strutture direttamente all’interno del parco (molto care), strutture vicine all’accesso sud (prezzo medio alto) e strutture più lontane a circa una mezz’ora dall’ingresso del parco. Il miglior rapporto qualità/prezzo/posizione secondo me è quello del Red Feather Lodge (non si può prenotare su Booking ma è presente su Hotels.com che è comunque altrettanto affidabile). Tenete d’occhio il prezzo e se come me trovate una tariffa intorno ai 100$, non esitate.
– JOSHUA TREE: Super 8 by Windham, in questa zona i prezzi erano decisamente più bassi rispetto alla media del viaggio.
– SAN DIEGO: abbiamo dormito al Berkshire Motel, carino e con parcheggio gratuito. Se trovate buone offerte ovviamente Gaslamp è il quartiere più vivo, ma attenzione al parcheggio (noi dal motel ci siamo spostati con Uber).
– LOS ANGELES: tra un quartiere e l’altro della città potreste impiegare oltre un’ora in auto, perciò prima di scegliere dove dormire sarebbe una buona idea fare una lista di cosa vi interessa visitare (anche se vi avviso, non sarete mai comodi a tutto). Personalmente ho scelto di cercare una camera Airbnb a Venice, poiché in questo modo Mauro avrebbe potuto correre lungo la spiaggia al mattino. Raggiungere Downtown ed Hollywood nel traffico era snervante, specie dopo 10 giorni di parchi e deserti, perciò rientrare la sera nella nostra camera in piena zona residenziale era un vero sollievo, ma è una valutazione molto personale e magari voi preferite essere in pieno centro per vivere la città anche la notte. In generale, anche a L.A. come a San Francisco fate estrema attenzione al momento della prenotazione alla presenza o meno di parcheggio, perché nei quartieri centrali potrebbe costarvi anche 30/40$ al giorno.
Dove mangiare
Oltre alla convenienza economica, non ci è pesato più di tanto non mangiare al ristorante per tutti i pasti. Degli Stati Uniti potranno mancarmi tante cose ma il cibo… decisamente non è tra queste.
Ci sono stati comunque dei locali che mi hanno colpito e che vi consiglio volentieri, in ordine seguendo l’itinerario:
– MAMA’S ON WASHINGTON SQUARE: piccolo locale molto amato a San Francisco, nel weekend può essere affollatissimo per il brunch. Provate le uova alla Benedict!
– CRAFTSMAN AND WOLVES: caffetteria nel colorato quartiere Mission con un’atmosfera molto local. Buone le brioche, un po’ meno il caffè ma non si può avere tutto.
– GEORGE’S CORNER: locale caratteristico in centro a St. George, perfetto per una sosta per pranzo. Porzioni decisamente abbondanti.
– SWEET CRAVINGS BAKERY&BISTRO: posticino adorabile gestito da sole donne a Moab, serve buoni dolci ed anche un ottimo caffè mocha.
– THAI BELLA: ristorante thailandese sempre a Moab. Abbiamo preso la cena da asporto perché stava già chiudendo: attenzione perché al di fuori delle grandi città i locali la sera chiudono piuttosto presto.
– STATE 48 TAVERN: tra le decine di catene e fast food di Page, questo locale secondo me si distingue per il menu piuttosto curato.
– FARMER’S BOTTEGA: bellissimo locale nel quartiere Hillcrest, San Diego, con menu a base di ingredienti locali, “farm-to-fork”. Per colazione potete provare il mix con 3 sapori diversi di French Toast o pancakes.
– BABY BLUES BBQ: se volete mangiare delle ottime costolette, provate questo locale a Venice con la sua enorme griglia. Con la porzione piena da 12 costolette che include contorni e pane di mais si mangia tranquillamente in due, quindi anche il prezzo è molto buono.
– GJUSTA: gastronomia/panetteria/caffetteria praticamente di fronte alla Gold Gym di Venice. Ci siamo tornati 2 mattine di fila e sono state tra le colazioni migliori del viaggio.
– Ultima menzione d’onore per una qualsiasi filiale di CHEESECAKE FACTORY, luoghi magici in cui troverete tipo 30 versioni diverse e golosissime del tipico dolce americano. Evitate però di guardare le indicazioni su quante calorie ha ogni fetta se non volete sentirvi male!
Un sogno <3. E' la prima volta che leggo un tuo post ed è davvero ben fatto e un sacco suggestivo. Grazie per le mille informazioni che prima o poi mi saranno utili. Adesso prima di organizzare un qualsiasi viaggio verrò a fare un giro qui per vedere di trovare consigli utili. Continua così, ben fatto 🙂 🙂
Ciao Flora, grazie mille! Sono sempre felice se gli articoli sono utili ad altri viaggiatori 🙂
Wow! Il viaggio dei miei sogni!
Penso sia uno degli itinerari più sognati in assoluto 🙂
Ciao, sto cercando un volo per S. Francisco o Los Angeles ad agosto ma sinceramente neanche l’ombra del meraviglioso prezzo che avevi pagato tu…. siamo su 2.500 € in due a/r, sbaglio qualche impostazione?
Grazie
Ciao Simona, ci sono molte variabili quando si cerca un volo, se vuoi mandami una mail con qualche dettaglio in più (date indicative, aeroporto di partenza) e vedo se riesco a darti una mano 🙂 letizia@mangiaviaggiaama.it
Grazie! molto apprezzati dettagli e consigli….
Grazie mille a te Juri! ☺️
Complimenti per quanto e per come hai scritto/descritto il resoconto di questo viaggio.
Edoardo.
Grazie mille Edoardo, spero potrà esserti utile se vorrai pianificare un itinerario simile 🙂
Gran bel tour, a leggerlo ho rivissuto le emozioni del nostro viaggio alla scoperta degli WEST USA! Fantastico e tu sei una bella ispirazione per il tuo modo di raccontare .
Grazie mille Rossella!
Ciao, complimenti per la guida! Sconsiglieresti di fare questo tour all’inizio di novembre?
Ciao Antonio, in generale il clima rimane abbastanza buono anche a inizio novembre (a parte le temperature più fredde in alcune tappe. Dovrai considerare però l’eventuale chiusura di Tioga Road – in genere avviene proprio a novembre ma la data varia a seconda del clima – e le minori ore di luce, che potrebbero condizionarti per gli spostamenti.